domenica 8 giugno 2014

Ex Libris di Tolkieniano Collection disegnato dal maestro Piero Crida...

 Un pensiero che pervade ogni buon serio collezionista è: “in che modo è possibile rendere unica la propria collezione e far sì che sì che si leghi, nel tempo, al nome del proprietario?”
Le risposte possono essere due: in modo semplice con la propria firma oppure in maniera più colta, con un ex libris.
Quando, nel lontano 1996, ho cominciato a collezionare i libri di e su Tolkien non avevo idea di quello che poi sarebbe nel tempo diventata. Il primo libro (o meglio tre) mi fu regalato dalla mia fidanzata, oggi madre dei miei due figli. Un dono che mi spalancò una finestra su un mondo che ancora oggi sa regalarmi forti emozioni. Tutto è partito da quel Natale e oggi, dopo diciotto anni, nella mia libreria trovano posto circa milleduecento libri di e su Tolkien. Edizioni di ogni tipo e provenienti da oltre quaranta paesi; testi accademici di Tolkien; libri appartenuti a membri della famiglia Tolkien ed edizioni italiane provenienti direttamente da Oxford. Una collezione che merita attenzioni quotidiane e che ritengo ormai parte fondamentale della mia. Un “membro” della mia famiglia che mi ha permesso di aprire questo blog, scrivere la prima bibliografia italiana delle opere tolkieniane, che mi ha fatto conoscere moltissimi appassionati tolkieniani e che tra loro, e non solo, non suoni nuovo il nome di “Tolkieniano Collection”.

A un certo punto è cresciuta anche in me il pensiero posto all’inizio. Come posso rafforzare il rapporto con la mia collezione? La risposta è stata una sola: creare un proprio ex libris.

Ma cosa sono gli ex libris?

Moltissimi di noi hanno incrociato nella propria vita libri che presentavano sulla controguardia incollato un “foglietto” con un disegno, un nome e la scritta ex libris capace di raccontare la storia del precedente proprietario e di trasformare un libro “comune” in qualcosa di molto personale.

Ex libris di Hans Knabensberg, detto "Ingler"

Ex libris, cioè “dai libri di” è un modo speciale di legare un libro alla propria collezione, alla propria passione, alla propria vita. Sono principalmente a stampa xilografica o tipografica ma ce ne sono anche in lino, stoffa o su timbri a fuoco, inchiostro o a lacca.

Il più antico, dopo l’invenzione di Johann Gutemberg della stampa a caratteri mobili (1455), è quello del cappellano bavarese della famiglia Schonstett, Hans Knabensberg, soprannominato “Igler” dal tedesco “riccio” (1470). Il suo ex libris, con incisione xilografica, delle misure 143x210 mm e rappresenta proprio un riccio su un prato fiorito e sopra l’animale, una banda con scritto in Fraktur, il tipico carattere gotico, “Hanns Igler das dich ein Igel Küss” (Hans Igler che il riccio possa baciarti) che allude forse al carattere del proprietario oppure al rischio che correvano il male intenzionato.
Se quello di Igler è forse il più antico, il primo datato è del 1516 realizzato dal pittore e incisore tedesco Albrecht Dürer per Gerolamo Ebner. Ben presto questo modo di “marcare” il libro - che per motivi di alfabetizzazione e costi era un bene raro – si sviluppò in tutta Europa. Del 1530 sono i primi ex libris italiani creati per il teologo francescano di Ferrara, Gerolamo Veratti, e il triestino principe-vescovo, Bernardo Clesio. Entrambi xilografici e recanti stemmi araldici.
Fino al 1750, gli ex libris rappresentano spesso temi araldici per poi arricchirsi, dopo la Rivoluzione Francese con immagini più creative. Nell’Ottocento si rinnova l’interesse per questo "marchio" di proprietà creati dai più importanti grafici e incisori del tempo da Alexandre De Riquer a Aubrey Vincent Beardsley a Giulio Aristide Sartòrio a Emil Orlik e Adolfo De Càrolis. Il primo testo dedicato interamente a questa bellissima arte è del 1902, “Gli ex libris italiani”, firmato da Achille Bertarelli e David-Henry Prior per Ulrico Hoepli mentre del 1908 il volume di Jacopo Gelli, “3500 Ex libris italiani” sempre per Hoepli.

Gli ex libris sono diventati opere d’arte ricercati da collezionisti e tanto più importante è il proprietario o l’artista che l’ha realizzato, tanto più alto è il suo valore di mercato. Un semplice foglietto capace di raccontare storie, passioni di chi, attraverso un libro, vuol lasciare un segno del suo passaggio e tramandarlo a chi, si spera, continui questa passione.

Una sorta di marcatura artistica capace di appassionare bibliofili che ogni qual volta si ritrovano tra le mani, un libro sono capaci di andare oltre ciò che stato scritto dall’autore. E così quell’oggetto diventa un passaggio, una porta, una finestra che racconta luoghi, storie, aneddoti, segreti, trame che solo in pochi sanno apprezzare. 

Una parte della mia libreria

Il mio ex libris tolkieniano

Il professor Tolkien non aveva un suo vero e proprio ex libris ma amava firmare i libri nella sua biblioteca come ho avuto modo d’illustrare in un precedente articolo. Ma in Italia, in occasione del centenario della nascita dell’autore inglese, nel 1992 si tenne il primo concorso internazionale per autori di ex libris ispirati a Tolkien raccolti in un volume Il mondo di J.R.R. Tolkien negli ex libris edito da Keltia editrice.

Come scrivevo poco fa, anch’io, a un certo punto, ho sentito il bisogno di rendere più personale la mia collezione e di farlo apponendo a tutti i miei volumi, un ex libris. La decisione è stata davvero meditata e valutata per lungo tempo. Il dilemma era tra lasciarli così come li ho trovati o “marchiarli” per sempre in modo da segnare in perpetuo la proprietà. Il secondo passaggio è stato quello di cosa rappresentare su un “foglietto”, una specie di tatuaggio librario, che non potrà più essere rimosso. Le idee e i dubbi sono stati davvero tanti ma alla fine, in maniera davvero inaspettata, è giunta la migliore delle soluzioni.

Ne ho discusso con un caro amico che, oltre ad essere una persona meravigliosa, è anche un grande artista e con Tolkien ha molto a che fare giacché ha illustrato le più belle copertine dei libri di Tolkien pubblicati da Rusconi: Piero Crida

Giusto per ricordare, Piero Crida ha illustrato le copertine Rusconi de:
1. Il Signore degli Anelli, 1970
2. Il Signore degli Anelli (trilogia), 1974
3. Il Signore degli Anelli, 1977
4. Albero e Foglia, 1976
5. Il Silmarillion, 1977
6. Le avventure di Tom Bombadil, 1978
7. Racconti incompiuti, 1986
8. Racconti ritrovati, 1986
9. Racconti perduti, 1987
10. La realtà in trasparenza. Lettere, 1990
11. Racconti incompiuti, 1992


E così è nata l’idea del mio ex libris disegnato dal maestro Crida.

Ex libris di Tolkienian Collection

L’ex libris presenta al centro un rosone (non svelo da cosa è composto ma ringrazio per il suggerimento l’amico Roberto Fontana, tra i massimi esperti di calligrafia elfica) e le scritte in alto “ex libris”, il mio nome e in basso “TOLKIENIANO COLLECTION”. Il tutto è racchiuso in una cornice tanto cara ai tolkieniani perché utilizzata da Piero Crida per la famosa copertina de Il Signore degli Anelli edita da Rusconi dal 1977.

Il risultato è un ex libris che raccoglie in sé tutto ciò che mi riguarda con l’aggiunta di esser stato realizzato da un importante artista che legato il suo nome a quello di Tolkien grazie a delle meravigliose ed evocative copertine.

Ho provveduto a farlo stampare in tipografia e così segnerà per sempre la mia collezione.
L’ex libris è anche presente sul sito del maestro Piero Crida dov’è possibile anche ammirare altri suoi lavori tolkieniani e no.

P.S.
L’originale che troverà posto nella retroguardia dei miei libri, ha un particolare che nell’immagine non è stato riprodotto e che perciò lo rende ancora più unico.

Piero Crida ha voluto anche donarmi i bozzetti preparatori e un particolare dell'ex libris in formato grande e colorato ad acquerello che potete veder qui.

Il Signore degli Anelli, Rusconi, 1977
Copertina di Piero Crida

Piero Crida

Nasce a Torino e compie i suoi studi presso l'Accademia Albertina di Belle Arti. Ha insegnato Storia dell’Arte ed Estetica al Museo di Arte Moderna di Torino e alla Fondazione dei Centri di Studi Europei della stessa città. Ha disegnato collezioni di tessuti per Missoni, Etro, e Benetton, e gioielli di Pomellato e Sicard, piastrelle in ceramica per Opificio Umbro e illustrazioni per Rusconi, Franco Maria Ricci e tanti altri. Le sue illustrazioni si trovano su Vogue, Harper Bazaar e Vanity e mentre i suoi libri-oggetto, pezzi unici, su testi di Evelina Schatz, sono esposti alla Biblioteca dell’Accademia delle Scienze di San Pietroburgo. I suoi acquerelli sono stati esposti in Europa, Sri Lanka e Stati Uniti e sono stati in asta da Sotheby.