mercoledì 17 luglio 2013

The Peterborough Chronicle 1070-1154, edizione inglese OUP 1958


The Peterborough Chronicle 1070-1154
A cura di Cecily Clark
1° ed. 1958
Oxford University Press, Londra
Rilegato con sovraccoperta


CONTENTS

ABBREVIATIONS

INTRODUCTION
Manuscript
Textual Relations
Historical Value
Language
Literary Aspects

TEXT

COMMENTARY

APPENDIX. The Peterborough Interpolations


GLOSSARIAL INDEX OF PROPER NAMES


La collana
Questo è il quinto volume della serie Oxford English Monographs di cui J.R.R. Tolkien è stato uno dei General Editors.

Tolkien è stato anche uno dei curatori generali per l’Oxford English Monographs, una serie che lo vide presente dalla prima pubblicazione nel 1940 fino al suo ritiro nel 1959. Si suppone, senza giusta conferma, che abbia partecipato anche come capo redattore nel maggior parte del periodo che dedicò alla serie. Uno scritto a firma di Tolkien, però, compare solo come nota introduttiva al volume del 1958 ‘The Old English Apollonius of Tyre’ edito da Peter Goolden dove spiegava il ritardo della pubblicazione dell'edizione di Goolden.
Lo stesso Goolden scrive nella sua introduzione: "Sono anche in debito con i redattori dell’Oxford English Monographs per aver intrapreso la scrittura della pubblicazione, in particolare con il professor J.R.R. Tolkien, che ha gentilmente suggerito revisioni nella presentazione e nello stile, e questi miglioramenti sono stati molto apprezzati ".

L'elenco completo dei libri della serie che hanno visto coinvolto il professor Tolkien:

Víga-Glúms Saga [1940]
þorgils Saga ok Hafliða [1952]
Sir Orfeo [1954]
The Peterborough Chronicle [1958]
The Old English Apollonius of Tyre [1958]
The Sonnets of William Alabaster [1959]


Note sull’opera
The Peterborough Chronicle o La Cronaca di Peterborough ovvero Manoscritto di Laud è una delle versioni della Cronaca anglosassone con riferimenti unici alla storia inglese dopo la conquista normanna e secondo il filologo J. A. W. Bennett, il solo testo di storia in prosa in lingua inglese noto tra il 1066 e il XIV secolo.

“Le Cronache anglosassoni furono redatte e aggiornate in diversi monasteri inglesi. Essi rappresentavano un tentativo di riassumere la storia dell'isola dalla sua cristianizzazione. Iniziano generalmente con la nascita di Cristo, presa dalla Bibbia e dalla storia della Roma antica, per poi risalire cronologicamente fino dalla data di stesura. Tutte le principali abbazie dell'epoca possedevano un proprio volume delle Cronache, questo ne faceva dei testi unici, difficilmente comparabili tra di loro non essendo uniformi in nessuna parte. Vi era invece una riproduzione di testi più antichi ogni qual volta, un nuovo monastero veniva fondato, esso riceveva dai conventi più antichi un testo da copiare, che quindi era identico per la parte iniziale e che poi di anno in anno veniva redatto autonomamente, divergendo quindi, a partire dalla data di fondazione del monastero. Questo è evidente per Peterborough dove un incendio, costrinse i redattori a riprendere le cronache di altri monasteri fino al 1120.
Quando Guglielmo il Conquistatore si impadronì dell'Inghilterra e l'anglo-normanno divenne la lingua ufficiale, si smise di aggiornare le Cronache anglo-sassoni. Nello stesso tempo però, i monaci dell'abbazia di Peterborough continuarono a scrivere nuovi capitoli nella loro. Se le Cronache anglo-sassoni non sono una rigorosa opera storica, ed obbligano dunque a riferirsi a libri di storia scritti in latino (come la Gesta Regum Anglorum di William de Malmesbury), essa è pur sempre uno dei primi resoconti di prima mano per quanto riguarda il periodo 1070-1154 in Inghilterra, scritto in inglese e da un punto di vista esterno rispetto alla corte.
La Cronaca è anche una preziosa fonte di informazioni sulla nascita del medio-inglese. Per esempio, la prima continuazione è scritta in tardo inglese-antico, ma la seconda inizia a presentare forme miste, fino alla sua conclusione, che viene redatta in una forma primitiva, ma chiara, di medio-inglese. Le novità linguistiche presenti nella seconda continuazione sono numerose, e vi si trova almeno una grande innovazione: il pronome femminile she appare per la prima volta nella Cronaca di Peterborough, nella forma di scæ (Bennett).”


Fonte qui