lunedì 31 gennaio 2011

Il ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm, edizione italiana


Il ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm
di J. R. R. Tolkien
A cura di Wu Ming 4
Bompiani, Milano
1° ed. 2010, pgg. 112
Illustrazione di copertina di Ian Miller
Brossura

Un libro interessante solo nella parte relativa al saggio firmato da Shippey, anche se del 1991 e riproposto qui, e la traduzione di Rosselli del Turco della Battaglia di Maldon, anche questa già pubblicata in una altro saggio del 2009 per l'Edizione dell'Orso. Il resto è noto ai lettori, giacché si tratta del testo Il Ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm nella traduzione di Francesco Saba Sardi e già pubblicato moltissimi anni fa. Completa il volume, l'introduzione di Wu Ming 4, al secolo Federico Guglielmi, che non presenta nessuno spunto interessante se non ovvietà e banalità fuori dal tempo a cui ci ha abituati l'autore di Stella del mattino. Nel complesso, un libro che poteva anche essere evitato.

Indice:
- 5 Prefazione
- 21 La Battaglia di Maldon
- 31 Il Ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm
- 69 Tolkien e "Il Ritorno di Beorhtnoth"

Note
La storia narrata in quest'opera di Tolkien, non proprio inedita,  è ambientata nelle tarde ore del giorno successivo alla Battaglia di Maldon, lo scontro tra inglesi e vichinghi avvenuto il 10 agosto 991 nei pressi di Maldon (Essex, Inghilterra) e che ispirò il celebre poema medievale omonimo (è sopravvissuto un frammento di 325 righe, scritto in anglosassone).
L'opera si propone come un epilogo alla Battaglia di Maldon: Torhthelm e Tìdwald, due messi dell'abate di Ely (inviati per recuperare il cadavere del conte inglese Beorhtnoth - o Byrhtnoth -), dialogano mentre esaminano le salme dei caduti al lume di una lanterna.

Il ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm conosce già un'edizione italiana per i tipi Rusconi (successivamente Bompiani) apparsi nella raccolta Albero e Foglia (1976). Questa nuova edizione contiene la traduzione della Battaglia di Maldon, un saggio di Tom Shippey sull'opera, e una prefazione del curatore Federico Guglielmi (in arte Wu Ming 4) che spiega la genesi del racconto e ne analizza il contesto. Della traduzione originale di F. Saba Sardi sono stati corretti alcuni evidenti errori.