sabato 11 settembre 2010

Un gesto di vera amicizia... e il dipinto di Donato Giancola


Alla tre giorni promossa da Bernd non ci sono andato solo. Con me quattro amici di viaggio, appassionati tolkieniani e compagni di viaggio eccezionali: Vincenzo Cilli, Marco Maniezzi, Marco Lattanzio e Gianfranco Leone.
Con loro ho passato momenti divertenti ed emozionanti… come la sera della “tombola”.
Il sabato, Bernd ha pensato bene di organizzare una “tombola” chiedendo ad ognuno dei circa 200 partecipanti di scrivere il proprio nome su un bigliettino e depositarlo in un’urna guardata a vista. Da quell’urna sarebbe stato estratto un bigliettino con il nome di un fortunato che avrebbe ricevuto da Bernd un disegno originale del grande Donato Giancola.
Dopo aver scritto il nostro nome e chiesto al protettore della Terra di Mezzo di aiutare la mano del bambino a sorteggiare il nostro nome ecco il fatidico momento.
Bernd chiama a sé il bambino e gli chiede di estrarre un solo bigliettino. Nel frattempo che la piccola mano mescola il tutto, Bernd mostra il bellissimo disegno a matita, 30x40, di Giancola che ritrae Saruman e il Palantir.


Il bambino estrae il bigliettino e Bernd, con la suspence di rito, comincia ad aprirlo e legge il nome del fortunato. Esordisce, in inglese, che si stratta di un italiano e maschio. E fin qui siamo in tanti sulla buona strada. Poi comincia a leggere il nome G I A N F R A N C O L E O N E. Il fortunatissimo estratto è Gianfranco Leone, uno dei miei compagni di viaggio.

Foto di rito con Bernd e il bambino che ha aiutato la fortuna e poi, per chi vi scrive, la grandissima gioia di ricevere da Gianfranco il disegno affinché possa arricchire la mia collezione. L’idea di donarmi il disegno era comune a Vincenzo CIlli, Marco Lattanzio e Gianfranco Leone che si erano messi d’accordo di farlo chiunque di loro fosse stato il fortunato vincitore.


L’illustrazione ora è in cornice (ho fatto anche delle copie originali per loro!) ed è esposto nella mia collezione. Un grazie a loro, a Bernd che lo ha messo in “palio” e al bambino che ha estratto uno dei nostri nomi.